Cosmopolitan Urbanism: politiche urbane per l’inclusione sociale e spaziale dei migrati internazionali

27-28 settmbre 2009

Conferenza preparatoria alla creazione della Cattedra Unesco SSIIM realizzata dall’ Università Iuav Venezia, in collaborazione con UNESCO e UN-HABITAT.

Obiettivo della Conferenza quello di discutere contenuti ed obiettivi della Cattedra SSIIM “Inclusione sociale e spaziale dei migranti internazionali: politiche e pratiche urbane”

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Abstract degli interventi e materiali presentati:


Marcello Balbo, International migrations and the “Right to the City”

Abstract

Anche se il processo di globalizzazione ha potenziato la libertà di movimento dei beni, del lavoro e del denaro, esso ha fallito rispetto al far cadere la barriere imposte al libero movimento degli individui. Negli ultimi anni diversi governi hanno intensificato le misure di controllo sulla libertà di movimento delle persone e le politiche di gestione dell’immigrazione basate sul paradigma della sicurezza, ma, nonostante questo, nello stesso periodo, i flussi internazionali di immigrazione si sono intensificati. Nell’ultimo decennio è in continua crescita il numero dei migranti che si muovono verso le città, comprese le città dei Paesi in via di sviluppo. È inoltre evidente che la popolazione immigrata rappresenta una risorsa fondamentale sia per l’economia della città di destinazione, sia per i Paesi di  provenienza che ricevono i flussi di rimesse. La mancanza o l’inadeguatezza di politiche per l’immigrazione rendono difficile garantire alla popolazione migrante l’accesso a casa e servizi. Ancora oggi, poche sono le città hanno definito specifiche politiche in ambito di immigrazione, nonostante sia ormai chiaro che i movimenti migratori continueranno ad esistere e ad intensificarsi nel corso degli anni. Infine i movimenti migratori internazionali verso le città mettono in gioco il “diritto alla città”, il diritto di ognuno, immigrato o autoctono, di accedere ai benefici che la città offre.

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Giovanna Marconi, The Experimental Observatory on International Migration in Urban Areas of Latin America

Abstract

I movimenti migratori regionali sono fortemente ascritti nella cultura eterogenea (da un punto di vista, storico, politico ed economico) dell’America Latina. Negli ultimi trent’anni i movimenti migratori inter-regionali si sono intensificati, facilitati dalla vicinanza geografica e culturale e promossi da fattori strutturali e cambiamenti sociopolitici che hanno influenzato in modo diseguale i Paesi del continente. Fino a quando le migrazioni saranno un fenomeno urbano la conseguenza logica è pensare che i governi dei Paesi dell’America Latina includano le migrazioni nell’agenda delle priorità. Invece i fenomeni migratori vengono normalmente analizzati secondo il paradigma della sicurezza, e la maggior parte delle politiche in materia vengono definite a livello nazionale e dirette a controllare (più che a gestire) i flussi migratori attraverso  il rafforzamento dei controlli alle frontiere. Nel 2006 l’Università IUAV di Venezia ha lanciato l’Osservatorio MIUrb/AL (Osservatorio Sperimentale sulle Migrazioni Internazionali nelle Aree Urbane dell’America Latina), un programma di ricerca triennale sulle migrazioni Sud-Sud. Obiettivi strategici di MIUrb/AL sono: potenziare la conoscenza, sia a livello locale sia internazionale, rispetto al fenomeno delle migrazioni internazionali verso le città dell’America Latina e creare un network fra città che stanno affrontando problematiche simili.

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David Driskell, Integrating Migrant Youth in the City: Lessons from New York and Nairobi

Abstract

Il paper tratta di due esperienze concrete di lavoro con giovani migranti in due città, New York e Nairobi: due centri cosmopoliti, ma contemporaneamente, due mondi a parte. Da una parte New York: una città globale, centro del capitale globale, mecca per milioni di migranti internazionali in cerca di sostentamento economico. E dall’altro lato, Nairobi: capitale del Kenya, sia centro dell’industria globale degli aiuti internazionali che figlia malata del processo di globalizzazione, dove la maggior parte dei cittadini sopravvive all’interno di baraccopoli fra le più grandi di tutto il continente africano. Anche se estremamente diverse queste due città hanno molto in comune: entrambe dimostrano una palese differenza fra chi ha e chi non ha nulla; entrambe dimostrano il fallimento della pianificazione moderna, dove alcuni vengono ascoltati ed altri considerati inesistenti; entrambe mettono in discussione la tradizionale nozione di cittadinanza, i suoi diritti e le sue responsabilità; entrambe sono poliglotte, sia nei sobborghi plurinazionali di New York, sia all’interno delle zone multi tribali di Nairobi; ed entrambe sono la destinazione delle speranze di una miriade di migranti, milioni di città di vetro, accettate come necessarie o immaginate come possibili.

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Tiziana Caponio, Multiculturalism from below. Italian cities compared

Abstract

Per quanto riguarda la letteratura esistente sulle politiche per l’integrazione dei migranti, un approccio che si basa sull’analisi dei processi nazionali che mirano all’incorporazione di tali popolazioni sembra non tenere conto della complessità stessa del processo di policy, che deve confrontarsi con il livello locale e regionale. Ciò appare chiaro ad esempio per i nuovi paesi di immigrazione dell’Europa del Sud dove flussi migratori si sono sviluppati secondo modalità spontanee e non controllate, in modo indipendente rispetto alle istituzioni governative nazionali e con un processo di delega nella gestione delle politiche per l’integrazione e per il primo alloggio a livello locale o alle organizzazioni del terzo settore. Bisogna inoltre distinguere fra due livelli di analisi del livello di policy locale, l’ambito delle pratiche di governo e quindi delle politiche ufficiali da un lato e le pratiche sociali, formali ed informali, dall’altro. Attori differenti popolano questa sfera di analisi, definendo diverse linee di azione che devono essere analizzate.

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Yu Abiko, Cosmopolitan urbanism: urban policies and the social and spatial integration of migrants in urban settings

Abstract

I migranti sono una risorsa economica sia per le economie urbane, dato che rappresentano una fondamentale risorsa di lavoro a basso costo, che per i Paesi di provenienza che ricevono ingenti flussi di rimesse. I migranti internazionali si dirigono principalmente verso le città nella speranza di entrare in reti sociali che permettano loro di trovare appena arrivati alloggio e lavoro. Allo stesso modo però la popolazione migrante necessita un supporto per quanto riguarda l’accesso all’educazione, alla casa, ai servizi in generale e al mercato del lavoro formale, dato che gran parte di essa vive fra la popolazione a basso reddito, con evidenti conseguenze. Ciò che si evidenzia è l’inadeguatezza delle politiche migratorie di dare sostegno ai migranti sia a livello locale che nazionale. Data la costante tendenza verso il decentramento amministrativo, sono le autorità locali che si trovano in prima linea nel processo di integrazione sociale e spaziale dei migranti, e per questo dovrebbero avere maggiori responsabilità nella gestione della crescita della popolazione urbana, per rispondere alle necessità dei migranti e per promuovere il processo di inclusione.

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Sarah Toner and Paul Taylor, UNESCO and IUAV EGM on Cosmopolitan Urbanism: Urban Policies for the Social and Spatial Integration of International Migrants

Abstract

Le migrazioni sono fenomeni sociali multidimensionali che interessano ambiti disciplinari diversi ed il cui impatto sulle modificazioni del paesaggio urbano ha a che fare con un processo sociale ed economico più ampio, quello della globalizzazione. Crescente complessità e spesso conflittualità nella definizione delle politiche migratorie rappresentano una sfida per l’agenda politica locale, nazionale ed internazionale. La complessità di tali politiche dipende dal fenomeno stesso delle migrazioni, che definisce un rapporto dialettico fra sovranità statuale e decisioni individuali o delle reti sociali e familiari. I migranti si muovono all’interno del Paese di nascita, come verso Paesi esteri; alcune persone migrano per periodi brevi, altre in modo stanziale; alcune sono costrette a migrare, altre lo scelgono; alcuni individui migrano con un elevato capitale umano ed economico; altri non hanno alcuna risorsa. Non è possibile quindi generalizzare nel momento in cui si analizzano i movimenti migratori ed il loro impatto, ma ciò che appare come urgente è arrivare ad un ragionamento informato su quali processi di policy debbano essere realizzati per rispondere efficacemente alle sfide che le migrazioni pongono nei contesti urbani.

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Ada Bazan, MIGRATIONS AND CITIZENSHIP: a view from young people

Abstract

“Quarters of the world: urban stories” è un progetto strategico per discutere della questione della cittadinanza delle giovani generazioni che vivono in quartieri e che appartengono ad associazioni diverse. Il percorso coinvolge anche le autorità locali con l’obiettivo di contribuire alla creazione di un processo di governance inclusivo e partecipato, a Nord come a Sud, dove il punto di vista delle giovani generazioni venga tenuto in considerazione nella elaborazione di politiche pubbliche. All’interno del progetto la complessità delle migrazioni internazionali è osservata in momenti del processo e da attori diversi: giovani marocchini, dominicani e ancora dai nuovi arrivati a Barcellona, giovani provenienti da aree rurali o da zone urbane, giovani provenienti dall’Africa dell’Ovest e diretti in Europa passando per il Marocco, dal Marocco all’Europa. Il progetto osserva l’attitudine politica dell’Europa verso le giovani generazioni di migranti, e quella dei governi africani verso i giovani dei quartieri popolari.

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